L’Università di Murcia conclude il periodo di studio con le galline: ora è il momento dell’analisi dei campioni e dei risultati

Pubblicato da: SUSTAvianFEED Commenti: 0

Si è da poco concluso il periodo di 40 settimane in cui l’Università di Murcia ha lavorato con galline di razza Isazul, per analizzare gli effetti delle nuove diete sperimentali nell’ambito del progetto SUSTavianFEED.

Il gran numero di campioni conservati e i risultati riportati dalla metodologia messa in campo sono ora in fase di analisi. Nei prossimi mesi otterremo i risultati dello studio del nuovo programma di alimentazione (più sostenibile rispetto a quelli normalmente utilizzati) sui parametri produttivi delle galline, sul loro benessere e sulla qualità delle uova ottenute. Ci auguriamo che questi parametri non vengano penalizzati dall’uso di diete sostenibili e che anzi alcuni parametri, soprattutto quelli relativi al benessere, possano migliorare.

“Le diete – spiega la dott.ssa Silvia Martínez-Miródell’Università di Murcia – consisteva in una dieta di controllo composta da ingredienti convenzionali per questo tipo di gallina regionale; una dieta alternativa, denominata Km 0, caratterizzata da quantità ridotte di soia e cereali importati, dall’inclusione di ingredienti vegetali più sostenibili; e una terza dieta identica alla precedente nella quale Le larve di Hermetia illucens sono state incorporate come fonte proteica alternativa”.

Numerosi studi scientifici dimostrano l’elevato impatto ambientale dell’utilizzo di ingredienti importati da Paesi lontani, non solo per il trasporto, ma anche per la deforestazione legata alla coltivazione di alcuni di essi.

Per questo motivo si cercano ingredienti alternativi con un impatto ambientale minore rispetto a quelli abituali.

Inoltre, gli insetti hanno eccellenti caratteristiche nutrizionali, essendo molto ricchi di proteine e grassi, che li rendono un’opzione molto interessante per sostituire alcune fonti proteiche ad alto impatto. In questo studio pilota, l’azienda Entomo di Murcia ci ha fornito le larve di Hermetia iIllucens, una larva che, nutrendosi di rifiuti agroindustriali, in soli 12-14 giorni raggiunge una maturità adeguata per essere introdotta nell’alimentazione delle galline.

“L’assunzione di mangime e la produzione giornaliera di uova – continua Martínez-Miró – sono state monitorate per tutta la durata dello studio per calcolare parametri di performance come la produzione di uova, la massa delle uova e l’indice di conversione. Sono stati effettuati anche tre controlli a 4, 9 e 15 settimane dallo studio, in cui è stata analizzata la qualità esterna e interna delle uova per tutte e tre le diete. Sono state installate delle videocamere per documentare e valutare l’impatto di queste diete sul comportamento delle galline. Inoltre, ogni controllo ha comportato una valutazione dei parametri di benessere, in conformità con gli standard Welfare Quality®, nonché un prelievo di sangue per misurare i parametri biochimici e gli indicatori di benessere. Sono stati inoltre eseguiti vari test, tra cui il test di immobilità tonica, per misurare i livelli di stress negli animali. Infine, è stata condotta una valutazione sensoriale delle uova da parte di panelisti addestrati.

Nel caso in cui i risultati siano ottimali, la metodologia utilizzata nel progetto Sustavianfeed è pienamente accettata dalla comunità scientifica e replicabile a livello commerciale, per cui sarebbe possibile implementare nuovi programmi di alimentazione più sostenibili nel settore avicolo.

Il progetto pilota di Murcia ha riguardato le galline ovaiole, ma gli altri partecipanti stanno sviluppando altri progetti pilota per coprire sia la produzione di polli da carne che di galline ovaiole di altre razze nell’area mediterranea. Pertanto, la partecipazione al progetto di università di 4 Paesi, 2 aziende e 2 ONG ha arricchito sia la progettazione che lo sviluppo del progetto pilota. Questa collaborazione permetterà anche di fare un passo avanti nel campo della produzione avicola nell’area del Mediterraneo.

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